L’ altare del Barone, TERRA CURSIATA.

(Chiesa matrice di Cursi, inizio del 1600).Il giovane chierico camminava nella penombra della chiesa al tramonto, dal rosone sopra la porta principale gli ultimi raggi di sole facevano risplendere la grande croce ricoperta d’argento appesa al centro dell’abside.

L’arciprete don Giovanni Domenico Coccioli gli aveva raccomandato di preparare l’altare del Barone per la messa, il chierico accendendo i due grandi ceri si chiedeva “ma chi era questo Barone?”; in realta’ il personaggio non era un Barone ma il suo nome era Barone de Baronis ed era un notaio.

Il notaio Barone de Baronis era stato uno dei piu’ importanti notai di Cursi, aveva ricevuto il regio decreto il 28 ottobre del 1555.

Quell’altare intitolato allo Spirito Santo non era “de iure ordinario” ma “de iure patronatus” era uno dei dieci altari della chiesa, aveva un dipinto molto bello(dalla Santa Visita del 1611,”altare ipsus est lapideum, bene dispositum et ornatum de omnibus necessarii ad celebrationem. Habet hyconam magnam perpulcram…”) ed era dedicato alla memoria del notaio da parte dei suoi discendenti : il figlio Tommaso e la sorella Dorotea, era definito l’impegno di celebrare la messa 2 volte al mese una per lo Spirito Santo e una per l’anima del defunto.

Leonardo da Vinci in Terra d’Otranto.

Entrando nella cattedrale di Otranto si nota questa lapide che ricorda Serafino da Squillace giunto a Otranto al governo dell’arcidiocesi nel 1481, ovvero subito dopo la riconquista della città da parte degli Aragonesi, e sino alla sua morte avvenuta nel 1514.Il frate e’ raffigurato sdraiato con l’epigrafe che recita:

“DECIPIMUR VOTIS TEMPORE FALLIMUR MORS DERIDET CURAS ANXIA VITA NIHIL”

(siamo ingannati dai desideri siamo traditi dal tempo, la morte deride gli affanni e nulla e’ l’ansia della vita).Nel corso di una sua visita ad Otranto il professor Alessandro Vezzosi direttore del “Museo ideale Leonardo da Vinci” nota che questa frase era scrittasu uno dei taccuini usati da Leonardo.Un’ipotesi e’ che Leonardo sia stato ad Otranto, forse incaricato di ridisegnare le fortificazioni della citta’ oppure potrebbe essere una coincidenza, visto che epigrafi simili erano comuni in quell’epoca.Sull’argomento si e’ svolto il 5 aprile 2019 un convegno nella sala triangolare del castello di Otranto con relatori il prof. Francesco d’Andria e il dott. Pio Panarelli.

Rif.1 Fra Serafino da Squillace

Rif.2 convegno a Otranto, Il mistero di Serafino da Squillace.